La produzione dei sacri bronzi nel paese di Valduggia ebbe inizio nei primi anni del 1400. La fusione delle campane avveniva a livello itinerante, realizzando le cosiddette fonderie temporanee alla base dei campanili.
Dai secoli a venire l’attività ebbe una fiorente committenza e acclamata riconoscenza sul territorio nazionale fino a quando nel 1875 la famiglia si divise. Luigi Mazzola cessò la collaborazione con il fratello Pasquale e aprì un nuovo stabilimento in via Cremosina, intestando la successione al figlio Achille.
La sua fonderia produsse un totale approssimativo di 700 concerti di campane ossia circa 8000 campane. Tali opere vennero issate sui campanili di tutta Italia, ma non solo; vennero spediti veri e propri concerti di campane in Brasile, per le missioni in Africa e in Cina.
Mantenne sempre i metodi di produzione storici, ma inserì al contempo una grande e svariata serie di fregi e di decorazioni, riportanti motivi classici e naturali, rendendo le campane delle vere opere d’arte, nonché soggette a premi e riconoscimenti.
Achille Mazzola fuse inoltre celebri opere, come la campana della consolata di Torino, nonché la più grande campana suonante del Piemonte e la ventiseiesima in scala nazionale.
Dopo la sua morte, ossia il 15 marzo del 1952, l’attività della fonderia andò in mano alla figlia Amedea, moglie dell’Ingegnere Marco Piccio, con la collaborazione del figlio Renzo portarono avanti l’attività fino al 1993, anno di cessata attività della fonderia.
Nel 1999 lo stabile in stato di abbandono fu acquisito della famiglia Barlassina e nel corso degli anni fu reso museo per la valorizzazione e la divulgazione della memoria, di questo antico mestiere.